Sono riuscito a migliorare questa parte di processo, o meglio certamente ho fatto un passo in avanti; qualcosa comunque rimane da ottimizzare/migliorare. Come raccontavo nel post precedente “TRAVASO IN KEG – prima esperienza” gli imprevisti sono inevitabili oltre al fatto che servirà ripeterlo ancora alcune volte prima di poter avere l’esperienza nel fare un travaso ottimale (v. post “STUDIO ED ESPERIENZA E’ CIO’ CHE FA LA DIFFERENZA“).

#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL

Innanzitutto la scelta di utilizzare la CO2 (v. post “AVVICINAMENTO ALLA CO2“) e di fare la maturazione in KEG pressurizzati ha portato un cambio, certamente positivo, nel processo di Fermentazione. Oggi con i 2 fermentatori Inox a fondo piano della Polsinelli che ho (v. immagine), riesco a fermentare le birre, anche fino a 2 contemporaneamente senza necessità di utilizzare (salvo casi che eventualmente si presenteranno) i fermentatori in plastica alimentare. Ad onor del vero va detto che i fermentatori in plastica alimentare non mi hanno comunque mai dato problemi e hanno sempre fatto il loro “sporco mestiere”. I 2 fermentatori INOX a fine fermentazione primaria (1-2 settimane) si liberano definitivamente e sono pronti per una successiva cotta; contengono appunto fino a 50LT di birra, perciò ne utilizzo solo 1 per cotta vs i 2 fermentatori in plastica che mi servivano prima; questo mi permette anche di occupare meno spazio nel frigorifero, dove è sufficiente un unico ripiano per cotta vs i 2 ripiani che prima occupavano i 2 fermentatori in plastica alimentare. Bene direi che già questo porta ad un bilancio positivo !

Altro punto certamente migliorato nel processo di travaso è l’utilizzo della CO2 per “spingere” la fuoriuscita della birra dal fermentatore di partenza. Rispetto all’esperienza fatta la prima volta (v. post  “AVVICINAMENTO ALLA CO2“) dove dicevo:

Assolutamente impossibile riuscire a tenere la pressione, anche se di pochi PSI, di un contenitore che non ha una chiusura pressurizzata – questo vale sia per per i fermentatori di plastica, il cui coperchio continuava a sfiatare – non saltava il coperchio perché c’era il nastro adesivo – sia per i fermentatori INOX che, pur avendo le chiusure a vite, non hanno comunque una tenuta sufficiente e dalla guarnizione sfiatano – questo non è evitabile a mio parere

Bene oggi posso affermare che non è completamente vero e che con un minimo di pratica e anche senza nastro adesivo si può spingere con la CO2. Quindi ancora una volta, mai trarre conclusioni alla prima prova !! Innanzitutto parlo del fermentatore Inox e non quelli di plastica – forse per questi ultimi è oggettivamente più difficoltoso. Il fermentatore INOX ha 3 “farfalle” che permettono di serrare bene il coperchio e che permettono una chiusura abbastanza ermetica, pur senza garanzia di tenuta della pressione. L’attenzione da tenere, quando lo chiudiamo all’inizio, ovvero dopo l’inoculo del lievito a inizio fermentazione, è di mettere bene la guarnizione, possibilmente un pò bagnata in modo che aderisca bene al bordo del fermentatore, allineare correttamente il coperchio per tutta la circonferenza e serrare con molta forza le “farfalle”. Siamo in grado di verificare già nel corso della fermentazione se la chiusura è corretta, perché è solo così che riusciremo ad avare il classico gorgoglio del gorgogliatore causato dalla fuoriuscita della CO2 che, se il coperchio non è serrato correttamente, sfiaterà dal coperchio e non provocherà il gorgoglio.

#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL

Altro punto necessario per riuscire a fare un travaso spingendo (un poco) con la CO2 nel fermentatore di origine è quello di utilizzare un connettore per il tubo della CO2 al posto del gorgogliatore (v. post “GORGOGLIATORE ALTERNATIVO“). Questo va fatto fin dall’inizio, quindi il coperchio va preparato subito al momento dell’inoculo in previsione di utilizzare la CO2, in modo che al termine della fermentazione, quando faremo il travaso, non ci sia necessità di aprire il coperchio.

#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL

Come detto nel post precedente un passo fondamentale è quello di semplificare al massimo i collegamenti, e in questo è assolutamente indispensabile li DUOTIGHT di riduzione dalla misura grande a quella piccola, in modo che si possa collegare il BALL LOCK con una sola fascetta, utilizzando il tubo grande, e poi passare al tubo piccolo grazie alla riduzione – una alternativa che toglie anche quell’unica fascetta è prendere il BALL LOCK con la filettatura a cui avvitare direttamente il DUOTIGHT, da cui partire con il tubo semirigido. Questo vale sia per il BALL LOCK Bianco della CO2 sia per il BALL LOCK Nero della Birra. Nel travaso precedente avevo un solo riduttore e quindi tutta la linea della birra era fatta con parecchie fascette; questo ora è assolutamente migliorato utilizzando sempre e solo i DUOTIGHT di riduzione. Purtroppo il collegamento BIRRA dal BALL LOCK Nero al fermentatore ha inevitabilmente alcune fascette di riduzione per passare dal tubo semirigido attaccato al BALL LOCK, passando per un tubo flessibile intermedio da 14mm, al tubo da 20mm che viene collegato al portagomma sul rubinetto da 3/4″ del fermentatore – ma su questa linea passa solo birra e una volta verificato che non vi siano perdite, direi che non è un problema.

Detto questo abbiamo iniziato con il primo passo: quello di lavare e sanificare i fusti. Mediamente faccio cotte da 40LT e quindi, per contenere la birra, mi servono 2 fusti da 19LT cad., al netto del fondo con il lievito che rimarrà nel fermentatore. Quando ho acquistato i fusti (CORNELIUS KEG rigenerati da PINTA) me li hanno venduti saturi di CO2.

  • Ho fatto uscire la CO2 aprendo la valvola centrale
  • ho lavato l’interno con NEODETERSOL VETRO (mediamente per lavare utilizzo sempre quello)
  • ho sciacquato con abbondante acqua fredda
  • ho introdotto una soluzione di 4-5 LT di OXISAN
  • ho collegato la CO2 e vuotato i fusti utilizzando 3-4 PSI di pressione

Con il primo fusto ho vuotato la soluzione di OXISAN trasferendola al secondo fusto, avendolo preventivamente lavato anch’esso con detergente e sciacquato; con il secondo fusto ho tenuto in parte la soluzione sanificante per eventuali necessità. Di fatto al termine dell’operazione avevo i fusti saturati di CO2 con una pressione di qualche PSI. Inutile mettere tanta pressione perché si sprecherebbe CO2 che di fatto non servirà. Anzi, tecnicamente, visto che il fermentatore di partenza non è in pressione, se il fusto fosse in pressione la birra non defluirebbe; questo perché il deflusso è sempre dal contenitore con pressione superiore verso il contenitore con pressione inferiore. Quindi il fusto si deve trovare necessariamente alla stessa pressione del fermentatore (ovvero alla pressione atmosferica), quindi va sfiatato con la valvola.

A questo punto avevo già messo il fermentatore con la birra ad una determinata altezza, così da poter comunque sfruttare un pò di gravità. Ho preparato l’impianto con l’idea di riprovare a riutilizzare la CO2 che fuoriesce dal fusto per farla andare nel fermentatore e con essa spingere la birra con una pressione molto “blanda” e quindi che non da problemi di “sfiato” su un contenitore che non tiene la pressione. Per farlo ho dovuto predisporre l’impianto, partendo dalla bombola di CO2, come da immagine, con un Duotight a T a cui ho collegato 3 rubinetti, con un troncone di tubo che arriva dal fusto e un troncone di tubo che va al fermentatore. Anche sulla linea della birra, vicino al Ball Lock nero di collegamento al Fusto, ho messo un rubinetto (sempre Duotight) che permette di aprire il flusso della birra solo quando il fusto è privo di pressione e dopo che ho riempito con la birra tutta la linea dal fermentatore fino al Ball Lock Nero.

#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL
#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL

A questo punto ho iniziato il TRASFERIMENTO facendo i seguenti passaggi:

  • Ho chiuso tutti i rubinetti
  • ho sfiatato con la valvola il fusto dalla CO2 residua
  • ho aperto il rubinetto della bombola con una pressione di 1-2 PSI
  • Sulla linea della CO2 ho aperto il rubinetto Duotight che arriva al T e il rubinetto che va verso il fermentatore – mantenendo chiaramente chiuso il rubinetto che va verso il fusto
  • ho aperto il rubinetto del fermentatore e riempito di Birra la linea verso il Ball Lock Nero del fusto
  • A quel punto ho aperto il rubinetto Duotight collegato al Ball Lock Nero e la birra ha iniziato a defluire dentro al fusto
  • Sulla Linea della CO2 ho chiuso il rubinetto Duotight che arriva dalla Bombola di CO2
  • Ho aperto i 2 Rubinetti Duotight sulla linea della CO2, quello che arriva dal Ball Lock Bianco del fusto e quello che va verso il fermentatore

Quindi tecnicamente, il trasferimento inizia con un minimo di pressione della CO2 dalla Bombola dentro al Fermentatore (che poi chiudo quasi subito) e il flusso della birra defluisce dal fermentatore verso il fusto. Il riempimento dal basso di Birra nel fusto spinge fuori da esso la CO2 che va a finire dentro al Fermentatore. Ho una bilancia “pesa persone” che mi permette di controllare il peso del fusto e valutare quanto birra ci sta finendo dentro. Il fusto vuoto pesa circa 4,5Kg, contiene 19LT, quindi alla fine arriverà a 23,5Kg circa. Prima del riempimento totale, a 2-3 LT dal termine, chiudo il rubinetto della CO2 collegato al Ball Lock Bianco e tolgo il Ball Lock Bianco per evitare che, al riempimento completo del fusto, la Birra fuoriesca dal Ball Lock Bianco della CO2 – l’ultima CO2 verrà sfiatata con la valvola centrale del fusto. Una volta riempito il primo fusto, chiudo il rubinetto Duotight da cui arriva la birra, tolgo il Ball Lock Nero, collego il secondo fusto, apro il rubinetto e inizio (continuo) il trasferimento nel secondo Fusto, collego di nuovo il Ball Lock Bianco e apro la linea della CO2 che dal Fusto va verso il Fermentatore, e arrivo al termine anche del secondo fusto.

CONCLUSIONE

Direi molto positiva. Certamente, come dico nel titolo, “la seconda è (sempre) meglio della prima”. Ho ottimizzato tutta linea e i relativi collegamenti, sono riuscito a far arrivare la CO2 che fuoriesce dal fusto verso il Fermentatore, evitando di aprire il coperchio del fermentatore fino alla fine del Travaso; questo evita il contatto della birra con l’ossigeno, che è il principale obiettivo nell’utilizzo della CO2. Tutto sommato sono riuscito a riempire i 2 fusti certamente più velocemente della scorsa volta, nel limite dei LT/h che è possibile far passare per il Ball Lock. Considerando comunque i 38LT totali da travasare, comunque, per riempire i 2 fusti, sono necessari circa 30min per ciascun Fusto. Naturalmente conto di migliorare ancora un pò la manualità nel ripetere il processo le prossime volte come discusso nel post “STUDIO ED ESPERIENZA E’ CIO’ CHE FA LA DIFFERENZA“.


#BEER, #BIER, #BIRRA, #BREW, #BREWED, #FERMENTATION, #FERMENTAZIONE, #HOMEBREWED, #HOMEBREWER, #MASH, #BEER STYLE, #STILE BIRRA, #BIERSTIL

Lascia un commento