Siamo al 17-12-2023, ormai il NATALE è vicino. Scrivo questo post, l’unico della settimana, in un momento di riflessione. Ieri stavo riascoltando la puntata 12 Dry Hopping di MOSHOUTPODCAST.COM dove Frank e Daniele introducevano la puntata proprio con un momento di riflessione dove constatavano che, nonostante le fatiche di preparazione, sperimentazione, errori nel processo, il giorno della cotta tutto scompare e si è “in pace con se stessi” nell’eseguire quelle azioni, ormai abituali, che ci appagano, ci appassionano e che porteranno al risultato finale: UNA BUONA BIRRA.
Perché è un momento di riflessione ? Perché questo è il periodo dove sto sperimentando per la prima volta la CARBONAZIONE FORZATA e, come normale che sia, non sono “padrone” delle azioni che vado a compiere; così, ogni volta che faccio qualcosa, le domande e le azioni sono sempre cariche di ansia: “farò bene fare questo ora ?” – “ma se facessi questo forse sarebbe meglio ?” – “a che punto sono con la carbonazione ?” etc.. Poi questa mattina leggo un post su BREWINGBAD.COM “10 domande e risposte su contropressione/isobarico” che probabilmente avevo già letto, ma non ricordavo, e che mi chiarisce un pò di cose e in un qualche modo mi tranquillizza.
Innanzitutto avevo ormai “bannato” quelle pratiche che già “a pelle” mi sembravano un pò strane. Hanno tutto sommato una loro spiegazione, ma a mio parere, sono più “negative” rispetto ai benefici che apportano. La prima è dondolare il fusto insufflando CO2 dalla linea birra (ovvero dal basso) cercando di far in modo che la CO2 entri in contatto con un’area maggiore di birra, accelerando in questo modo la solubilizzazione. Dopo averlo fatto, ho realizzato che in questo modo andavo a mescolare la birra nel fusto e a riportare in sospensione tutto quello che in 4 settimane di COLD-CRASH avevo fatto decantare. Vero è che la si può fare prima del COLD-CRASH, che, facendolo a seguire, fa decantare di nuovo le particelle in sospensione; però se il suo principio era di accelerare la carbonazione, allora non serve. La seconda è l’insufflare CO2 dalla linea della birra. Stessa conseguenza negativa di prima, la CO2 fuoriuscendo dal basso inevitabilmente provoca il rimescolamento di tutto il deposito che sta sul fondo del fusto – come sopra mi sembra inutile. Infine ho realizzato, a mie spese, che il riempimento completo del fusto, ovvero non aver lasciato alcun spazio vuoto in testa, ha come conseguenza che, quando si inserisce il BALL LOCK e la pressione esterna è minore, chiaramente la birra fuoriesce, oltre al fatto che la solubilizzazione probabilmente richiede più tempo; quindi assolutamente da evitare il riempimento completo del fusto.
Dopo aver sedimentato queste considerazioni, ho anche capito che la carbonazione forzata va fatta insufflando CO2 nella linea del gas e non dalla linea della birra, e che il tempo necessario (inevitabile) è quello della SOLUBILIZZAZIONE DELLA CO2 NELLA BIRRA. Certo, volendo si può insufflare CO2 nel fusto ad una pressione più alta (20-30 PSI), ma poi quello che deve succederà è che si deve comunque attendere che la CO2 si solubilizzi. Altra cosa che ho realizzato e che certamente farò, sarà apportare la modifica dei Cornelius keg, sostituendo il tubo lungo della birra con uno più corto (già acquistati) a cui collegare un tubo morbido, la pallina INOX galleggiante, il filtro inox e un dado inox per aumentare il peso e garantire che il filtro rimanga comunque leggermente immerso; in questo modo il pescaggio della birra avverà dall’alto, evitando in questo modo che il pescaggio dal basso raccolga “sporco” dal fondo.
Ma ritorniamo al post di Frank, dove spiega che il tempo di solubilizzazione della CO2 nella birra non è un tempo certo o calcolabile, dipende da molti fattori. Si deve necessariamente andare a occhio, in base a temperatura della birra ed esperienza. L’altra cosa importante che non mi era per niente chiara, è di utilizzare il tempo di COLD-CRASH per CARBONARE, in questo modo non si aggiunge tempo di attesa, e il tempo non sarà un problema, considerando che normalmente il tempo di COLD-CRASH è minimo una settimana. Tutto si semplifica, ed è possibile procedere certamente con meno ansia, lasciando, soprattutto il tempo alla CO2 di solubilizzarsi. Un’altra cosa da tener presente se si decide di insufflare CO2 a 20-30 PSI che, una volta tolta la bombola, la pressione nel fusto deve stabilizzarsi e si deve attendere un pò di ore (almeno un paio) prima di andare a misurarla con un manometro collegato al BALL LOCK sulla linea del gas.
Diciamo che queste riflessioni mi hanno tenuto la mente impegnata e ho dedicato poco tempo al resto. Non solo questo, che era il “pensiero” più importante, ma contemporaneamente ho una 030.0 BELGIAN BLOND ALE in Fermentazione che, ancora una volta, sembra non volerne sapere di attenuare. Mi sono anche arrivate le guarnizioni per le vasche di fermentazione (v. post VASCHE PER FERMENTAZIONE APERTA 2.0) e devo capire come fare ad applicarle al coperchio in modo rimovibile e soprattutto fare in modo che siano lavabili e sanificabili (forse ho trovato un sistema).
Non ultimo, dovevo provare ad imbottigliare la birra carbonata con l’ASTA CINESE. L’ho fatto ieri 16/12/2023 con la 020.2 RAUCHBIER anche se non era ancora completamente carbonata. Come mi aspettavo per fare 2 bottiglie ho impiegato 1h; il tempo maggiore è stato quello di sanificare tutto e preparare tutto, linea gas e linea birra collegate all’asta cinese, e poi dopo aver riempito le 2 bottiglie, lavare di nuovo tutto e sanificare di nuovo tutto. Come è andata ? diciamo che ho capito come funziona, ora mi è più chiaro. La prima bottiglia in effetti sono riuscito a tapparla sulla schiuma, la seconda la schiuma non è riuscita a risalire per tutto il collo. Poco male perché me le sono bevute a cena con mia moglie per assaggiarla. In settimana proverò di nuovo perché devo farne almeno una decina di bottiglie promesse a persone. Mi riprometto di scrivere un post sul processo di imbottigliamento, dopo questa seconda esperienza.
Alla fine ci sono questi momenti di riflessione, dove l’ansia ti assale, dove ti sembra di non aver risposte, dove ti sembra di sbagliare tutto, dove ti chiedi fatidicamente “chi me lo fa fare ?” … ma poi la passione e la determinazione hanno il sopravvento (per fortuna), si raccolgono le esperienze e alla fine diventano un passo in più verso una migliore qualità e ci riconfermiamo ancora una volta che “Stiamo provando a fare buona Birra !”
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