La decisione di dotarmi di vasche aperte per fermentazione nasce dall’idea di fare una fermentazione in vasche aperte. Vi rimando all’articolo “Fermentazione in vasca aperta” dove racconto il processo. Dotarmi di queste Vasche è stata una autentica avventura. Come detto in quel post prendo ispirazione per questa avventura dalla puntata nr. 56 del 3/10/2022 “FERMENTAZIONI ALTERNATIVE” e a seguire la nr. 61 del 7/11/2022 “CREAM ALE, BLONDE ALE E CALIFORNIA COMMON”.

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Come detto l’idea di partenza è quella di provare a fare una fermentazione in vasca aperta. Primo problema: che vasche usare? certamente la mia preferenza è quella di andare possibilmente sull’acciaio; che dimensione prendere ? …….. ma qui inizia l’avventura, siamo a ottobre-novembre 2022.

Dopo un pò di ricerche, la scelta cade su vasche per ristorazione standard “GN 1/1” – questa la codifica standard con cui sono classificate e con cui si trovano in rete o nei negozi (sistema GASTRONORM); La codifica serve per determinare larghezza x lunghezza; nel caso specifico GN 1/1 identifica la vasca 530 x 325 mm. Dopo aver determinato la larghezza, per ogni tipologia sono disponibili le diverse altezze, che chiaramente determinano i litri contenuti; io ho scelto 200 mm che equivalgono a 26,5 LT al colmo. Dopo aver guardato in rete e in negozi/magazzini specializzati, ho capito che costano circa € 57,00 cad. Cerco una via tramite un conoscente per recuperarle in una azienda che le produce, risparmiando almeno la metà del prezzo (gli HB cercano sempre le strade migliori per cercare di risparmiare!!). In realtà ho capito che sulla qualità c’è differenza (ovviamente e come sempre), ed in particolare si trovano con diverso spessore dell’acciaio – le mie sono piuttosto sottili (me ne sono accorto tardi e come al solito online non è così immediato capire); se tornassi indietro forse spenderei qualcosa in più per prenderle un pò più spesse.

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Bene, definito cosa prendere e partendo dal fatto che faccio normalmente cotte da 54Lt, determino che me ne servono 2 (errato!! anche questo lo capisco dopo), e che il coperchio, visto che devo fermentare in vasca aperta, non mi serve (scoprirò dopo che invece serve!!) – certo amo prevedere, ma a volte appunto qualcosa sfugge, per questo serve l’esperienza. Mi faccio 140Km andata e 140Km ritorno, per recuperare le 2 vasche, e nel frattempo realizzo che serve il rubinetto: perchè non metterlo in acciaio pure lui !!? Comprato da PINTA.IT nr. 2 rubinetti 1/2″, 2 portagomma e 2 manicotti a saldare e trovato l’amico a cui chiedo di farmi il buco nella vasca e saldare il manicotto – mi piace il fai da te, ma se mi serve qualcosa con precisione, preferisco farlo fare a chi è già “bravo” a farlo – Ed ecco in agguato il primo imprevisto (la legge di Murphy non perdona!): scopriamo che l’acciaio della vasca è troppo sottile e la saldatura non si riesce a fare. Vi risparmio l’avventura di questo particolare (perso mesi): vi dico solo che la prima vasca mi viene completamente rovinata; alla fine, l’unica soluzione possibile è limitarsi al buco e applicare un rubinetto di plastica di quelli usati nei fermentatore di plastica. Ovviamente, rovinata la prima vasca, devo recuperarne un’altra; nel frattempo realizzo che meglio prenderne 2 per averne alla fine utili 3, in modo da dividere la cotta in 3 vasche con 18LT cad, lasciando un pò di spazio in testa. Rifaccio per la seconda volta 240Km e recupero due nuove vasche. Riporto le vasche per fare il buco (altri mesi trascorrono) e finalmente ho le 3 vasche !! siamo arrivati a maggio 2023 (trascorsi circa 8 mesi!!!).

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Nel trascorrere dei mesi cerco di capire dove metterò le vasche per fare la fermentazione. Ho 2 frigor a colonna uno più stretto e uno un pò più largo (quello più largo 60cm di larghezza). Li uso come camera di fermentazione (anche qui la questione sarà oggetto di altro post). La misura interna del frigor più largo purtroppo è più piccola di 3cm per riuscire a farci entrare le vasche – sono anche un pò (a volte anche troppo) caparbio, ci provo … provo a tagliare 1 cm di bordo in una delle vasche, nulla da fare! non ci entra !! Verso marzo-aprile 2023 riesco, dopo tanto tempo in tentativi di convincere chi me lo doveva vendere usato e non se ne voleva privare, a recuperare un terzo frigorifero di larghezza 90cm perfetto per farci entrare le vasche. Peccato che anche qui parte un’altra avventura che magari vi racconterò in altro post, vi anticipo solo che mi ritrovo un frigorifero con un motore che non funziona, con 2 fogli di plexiglass incrinati al posto del vetro della porta, e così, mio malgrado, mi ritrovo a dover sostituire il motore, sostituire il vetro della porta, sostituire la guarnizione … ho speso una follia !! (ahimè a volte succede, ma consiglio fortemente di fare molta attenzione su questi “incidenti di percorso”, e cercare di evitarli !! meglio spendere soldi a fare birra !!).

Ora si tratta di capire come fare a riempire le vasche, e come fare, a fine fermentazione, a recuperare la birra. Fino alla fine della stagione scorsa ho sempre evitato di fare travasi e lasciavo in frigorifero il fermentatore, che uso anche come camera di fermentazione con all’interno un cavo riscaldante e un INKBIRD ITC3081 per controllo temperatura; lasciavo il fermentatore con il lievito anche per tutto il Cold-Crash e imbottigliavo direttamente dal fermentatore. In realtà ora ho realizzato che un travaso a fine fermentazione primaria forse è buona cosa, soprattutto se, come mi sto accingendo a fare, trasferisci la birra in fusti saturati di CO2 (ma questo sarà oggetto di altro post – al momento mi sto ancora attrezzando pur avendo già preso la bombola di CO2 e fatto qualche prova a inizio luglio 2023). Inoltre, un travaso migliora certamente la chiarificazione, oltre al fatto che, con le basse fermentazioni, dovendo rimanere in frigorifero per 30-45gg, penso sia più opportuno fare la maturazione senza avere il lievito sul fondo (possibilmente anche senza contatto con l’ossigeno se usi CO2). Ed è qui che realizzo il fatto che a fine fermentazione primaria dovrò chiudere le vasche, e quindi mi servono i coperchi !! …. terzo giro di 280Km per recuperare 3 coperchi. Per inciso esistono anche i coperchi con guarnizione a chiusura ermetica – ma all’epoca non avevo ancora deciso di prendere la famosa bombola di CO2 (che ora ho), quindi decisi di prendere quelli senza chiusura ermetica, anche per il prezzo (quelli con chiusura ermetica costano tanto quanto la vasca mentre gli altri costano la metà); inoltre se fai il travaso a fine fermentazione primaria (in origine l’intenzione era di non fare travaso e imbottigliare direttamente dalle vasche – poi non l’ho fatto) direi che a maggior ragione non servono quelli ermetici. Diverso viceversa se inizi ad usare la CO2, il trasferimento diventa molto più facile se riesci a mettere in pressione con 1 PSI il contenitore di partenza, e trasferire con la spinta di CO2; in tal caso serve un recipiente che regga la pressione se pur minima (sarà oggetto di altro post il fatto che ho realizzato essere assolutamente inutile sperare di farlo con i fermentatori che non tengono la pressione).

Il riempimento a fine bollitura è stata cosa relativamente semplice, bastava portare il mosto (vasche già nel frigorifero) con un tubo collegato al rubinetto di plastica nella fase di raffreddamento, spingendo il mosto con pompa attraverso lo scambiatore (così ho fatto). Viceversa per il recupero a fine fermentazione l’idea iniziale, che ho poi realizzato, era cercare di recuperare la birra dall’alto, ovvero a caduta attraverso il rubinetto, ma collegando internamente un tubo con sfera galleggiante – peccato che quando ho realmente travasato la birra a fine fermentazione primaria ho realizzato che, almeno per come l’ho realizzata, non è stata una bella idea (vedi più avanti). Nel frattempo ho fatto qualche prova e capito che senza una pompa non ce l’avrei mai fatta a travasare e/o imbottigliare la birra, soprattutto per la vasca più bassa, ma anche per quella in posizione mediana. Pensare di muovere le vasche sarebbe stato inopportuno. Ho comprato la pompa magnetica e fatto qualche prova in previsione del giorno fatidico.

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Il travaso e/o l’imbottigliamento – come racconto nell’articolo “Fermentazione in vasca aperta” la soluzione del tubo collegato all’interno non è stata assolutamente una buona idea. Rimane troppo in superficie e si perderebbero parecchi litri. Ho dovuto tenerlo in basso con la paletta e meno male che avevo la pompa magnetica. Trasferire a caduta è una mezza avventura: per riuscirci è necessario mettere le vasche fin dall’inizio in posizione piuttosto elevata. L’altra ipotesi è quella di mettere una guarnizione, chiudere i coperchi con dei morsetti e provare a spingere con CO2; in alternativa prendere in considerazione l’acquisto di coperchi pressurizzati che esistono ma costano tanto quanto la vasca.


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