Una breve descrizione per presentarmi.
Le origini
Ciao a tutti. Mi chiamo Vanni (nome) Vincenzi (Cognome) – alcuni lo invertono – sono 4-5 anni che faccio birra in casa. Oggi ho 63 anni e sono andato in pensione a Luglio 2022 con ben 42 anni di contributi, versati, sudati e lavorati. Il mio lavoro era Manager in una azienda informatica a livello nazionale (per chi è interessato può approfondire sul mio profilo Linkedin) – Nel 2019, proprio prima della pandemia, le mie figlie hanno pensato di regalarmi un KIT per fare la birra in casa da mosto luppolato (sapevano che la cosa mi sarebbe piaciuta). Infatti è stato così ! Il primo anno, anche passato per buona parte in smartworking, ho fatto un pò di birre da KIT (come tutti), nel mentre ho studiato, letto e pianificato il mio impianto, decidendo di partire con l’All Grain a 3 tini. Nel giro di un anno mi sono fatto l’impianto come descritto nel post.
La produzione
Nel primo anno di ALL Grain ho fatto birra con KIT AG comprati già pronti da Birramia (avevo bisogno di capire), per poi iniziare un paio di anni fa a farmi le ricette. Dopo un primo anno dove ho fatto cotte da 23Lt, ho realizzato che la pessima efficienza (anche sotto al 60%) era, in (piccola) parte migliorabile anche aumentando la quantità di produzione (v. “Un mash lungo migliora l’efficienza ?“). Oggi faccio cotte di 54Lt con una efficienza media del 75% (da 80% al 83% di efficienza di MASH).
La mia filosofia
La mia filosofia è fare birra (possibilmente buona) il più possibile con aderenza agli stili certificati e riconosciuti dal BJCP (v. “La qualità che vado cercando“) , con una preferenza (al momento) per gli stili (in ordine di preferenza) Inglesi, Tedeschi, Cechi. Sono un pò tanto meticoloso e, a volte, rasento il maniacale (non tollero il pressapochismo) e, per questo, la mia mission è perfezionare le ricette e le mie interpretazioni in completa aderenza agli stili BJCP; obiettivo, certamente ancora lontano da raggiungere, ma quella è la strada. Solo quest’anno (2023) ho iniziato a partecipare ad alcuni concorsi per avere feedback autorevoli che mi permettano di crescere; il “mi piace” dei parenti e degli amici, a parte la soddisfazione di fargli bere una buona birra, conta poco per migliorare, motivo per il quale disdegno concorsi “goliardici” e prediligo concorsi con giudici BJCP certificati.
Le carenze (ancora tante)
Sì, certamente ancora molto da migliorare e da imparare, quindi leggendomi non prendete come un insegnamento quello che dico, ma solo, come in realtà è, una mia esperienza che potrebbe anche mutare nel tempo – questa passione ha un ampio margine di crescita, nel processo, nell’attrezzatura, nei metodi e anche nella comprensione e nelle abilità. Per esempio sento molto come mancanza l’abilità di riconoscere sapori, descrittori, profumi, difetti; certamente uno dei miei prossimi obiettivi sarà fare un corso di degustazione. Ma inutile dire che, come tutti gli hobby, ci si scontra con i costi e, almeno per me, è necessario pianificarli e arrivarci per step, dandomi delle priorità. Viceversa ritengo di avere una buona capacità (innata) nella interpretazione e nella composizione delle ricette (degli ingredienti), forse anche un pò acquisita dalla passione per la cucina in generale e, come quando cucino, mi alleno nel dosare gli ingredienti, nella consapevolezza del loro apporto organolettico e/o tecnico, e per questo non assaggio mai in itinere, doso gli ingredienti cercando di avere un riscontro al termine sulla bontà o meno di ciò che ho pensato di fare – questo da un certo punto di vista è un handicap, perché rischi non riuscire ad “aggiustare” gli errori in itinere, rischi di dover buttare una cotta che viceversa avresti potuto “aggiustare” – non fraintendetemi e non prendete questo come insegnamento, è sempre buona cosa da manuale assaggiare ingredienti, mosto, fino alla birra finita, come è ribadito in tutti i libri; ma come ho detto sono un pò “talebano”, e pretendo da me stesso le cose fatte bene dall’inizio e non aggiustate, così non ho mai assaggiato un grano, non ho mai assaggiato il mosto in mash, in pre-boil e nemmeno nel fermentatore, ma assaggio le mie birre solo dopo i necessari tempi di maturazione, a volte dopo parecchi mesi – confesso dopo la prima carbonazione in bottiglia non resisto e assaggio – sottolineo ancora una volta: non è la cosa più giusta, anzi certamente è sbagliato, ma che dire, assaggiare non mi piace e continuerò a non farlo.
Conclusione
Ok non mi dilungo ulteriormente e, chi mi leggerà, imparerà a conoscermi. Per il momento ho intenzione di continuare questo bellissimo hobby e di migliorarmi sempre di più – dimenticavo un paio di cose che però saranno oggetto di articoli specifici. Il nome ARTIBUS BEER ARTIBUS – il nome, l’immagine grafica, l’etichetta – diciamo che vorrei distinguere e caratterizzare la mia birra per quello che è, e non per quello che sono io. Altro punto che ritengo importante e che è il motivo principale della nascita di questo sito: LA CONDIVISIONE – sono convinto che migliorare passi anche per condividere; condividere errori, successi, idee, filosofia, motivazioni e accettare sempre e comunque i feedback che gli altri ti vorranno dare, sempre che siano pertinenti e fondati – non amo le “leggende metropolitane” che non hanno una spiegazione razionale; come spesso dico, amo ascoltare tutti, e sono sempre disponibile a cambiare, sempre e solo quando qualcuno mi convince che sbaglio e la sua tesi è razionale e condivisibile. Fermo restando, come tutti gli homebrewers sanno, che in questo hobby non ci sono verità assolute, a parte ovviamente i fondamentali, ma semplicemente diverse interpretazioni, diverse strade, modalità complementari che permettono di ottenere in ogni caso buona birra, LA TUA BUONA BIRRA !!.
vedi PROFILO
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