Come descritto nel mio post “La qualità che vado cercando” il 2022-23 è stato un anno dove mi sono dato come obiettivo il miglioramento dell’efficienza. Venivo da un 2021-22 con una efficienza sotto al 60%. Come spesso mi accade, quando devo capire e non ritengo di avere un livello soddisfacente in ciò che sto facendo, la mia “radicalità” mi spinge a provare “l’altro estremo” e poi ridiscendere verso il livello che ritengo il giusto compromesso – non è vero che voglio il massimo, non mi accontento del minimo sindacale, non amo le fatiche inutili, vado alla ricerca di quello che mi soddisfa e che ritengo per giusto – non è facile perché certamente costa fatica.

Vi posso segnalare tra gli interventi più autorevoli il podcast “CALCOLARE E MIGLIORARE L’EFFICIENZA” di Mashoutpodcast.com; mentre certamente molto più esperto di me e anche molto più tecnico e scientifico il blog di Frank Brewingbad.com dove tra gli altri trovate “Ancora su efficienza e perdite (nerd alert!)“; ma anche “Efficienza impianto: tra mito e realtà” di “Officina Briù” del grande Daniele.

Alcune considerazioni che mi hanno portato a fare un anno (2022-23) molto più impegnativo.

Le cotte di 23Lt rispetto ad una capacità produttiva di 54Lt abbassano inevitabilmente l’efficienza a causa dei litri persi nella pentola di MASH, nelle tubazioni ed in generale in tutte le fasi di processo – come detto avevo una efficienza al di sotto del 60% – obiettivo: migliorare l’efficienza !! quindi sono passato a batch di 54Lt. Il test dello iodio mi lasciava sempre un pò perplesso; lo iodio si schiariva, ma non completamente – tutte le volte mi dicevo: “sarà ormai sufficiente”, e i dubbi mi assalivano, avevo la sensazione che “volessi autoconvincermi che così fosse sufficiente, perché il tempo e gli step che dovevo fare li avevo fatti”, e alla fine mi rimaneva la perplessità. Non so spiegarlo tecnicamente ma mi sono convinto che i tempi di mash non fossero sufficienti, o meglio “pienamente sufficienti”, che ci fosse ancora sostanza zuccherina da estrarre, ma soprattutto “gusto” – forse sbaglio? – non l’ho ancora capito! – ma al momento questa è la convinzione. L’altra considerazione è stata rispetto al rapporto tra quantità e tempi. Ovvero, mi sono convinto che un mash con 10-14Kg di grist e conseguentemente 40Lt di Acqua, non possa avere gli stessi tempi di un mash di 7kg e 25LT di Acqua; questo indipendentemente da decozioni, da cereal mash preventivi, che allungano inevitabilmente i tempi di mash. Questa considerazione si riflette e si applica inevitabilmente anche sui tempi di filtraggio, di sparging, di boil e di raffreddamento. E così sono passato dai canonici tempi di 60-90 minuti di mash a tempi che si aggirano su 120-180 minuti.

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Qualcuno potrebbe osservare che l’aumento della efficienza è più propriamente un obiettivo da applicare ad un birrificio, perché si traduce in un abbassamento dei costi e conseguentemente un aumento del margine (verissimo !!), mentre per un homebrewer non è così “capitale”. Io penso che aumentare l’efficienza in un qualche modo permetta (sia funzionale a) un “aumento del gusto” della birra che si porta dentro al bicchiere (v. “La qualità che vado cercando” ) – quello è al momento il mio obiettivo.

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E’ altrettanto vero che, probabilmente, con i tempi di processo sono andato un pò oltre – 10-12h di cotta al netto di eventuali imprevisti. Si possono migliorare ? forse …

L’obiettivo del prossimo anno (2023-24) sarà quello della OTTIMIZZAZIONE del processo, e al tempo stesso trovare/provare altri punti di miglioramento qualitativo, tra cui certamente il rapporto tra gli ingredienti, il corretto rapporto tra i diversi step del mash etc.

Concludendo, ritengo che l’aumento dei tempi di MASH migliori l’efficienza e migliori la qualità della birra ottenuta, ma, come sempre, dobbiamo trovare il giusto equilibrio rispetto al QUI e ORA di ognuno. C’è chi non vuole e/o non può – qualsiasi siano le sue ragioni – dedicare troppo tempo alla cotta, quindi il suo obiettivo primario è avere tempi corti, senza per questo perdere di vista la qualità della birra che ottiene, e chi, come me QUI e ORA (anche per me potrebbe cambiare) non ha problemi a dedicare un pò più tempo al processo nella ricerca di una sempre maggiore qualità del prodotto finito.


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