IL MIO IMPIANTO ALL GRAIN A 3 TINI

Vi presento il mio impianto a 3 tini per fare birra ALL GRAIN.

Dopo un anno di birrificazione da KIT, sono giunto alla determinazione di attrezzarmi con un impianto a 3 tini. Per qualche mese (un inverno) ho letto vari libri, post etc.. Vi confesso, al tempo (3-4 anni fa), non avevo assolutamente alcuna esperienza, e mi sono basato praticamente solo su quanto leggevo (la cosa è stata abbastanza ardua). Non sono riuscito ad andare a vedere personalmente alcuna cotta; eravamo all’inizio della pandemia, e oltretutto non conoscevo proprio nessuno nel settore e non sapevo a chi rivolgermi; nemmeno mi era chiaro chi fossero gli store più attendibili, sicuramente non ne avevo in zona. La mia determinazione è maturata con l’intenzione di fare la Birra cercando di avere il massimo controllo sul processo, questa la prima considerazione, anche perché non amo per niente gli automatismi in ambito alimentare; poi ho cercato/voluto fare un investimento a step; non credo di aver speso meno di un ALL-IN-ONE (vi rimando all’articolo su confronto tra impianto a 3 TINI e ALL-IN-ONE), ma certamente il fatto di farlo a step mi ha reso consapevole di ciò che stavo facendo. E’ risaputo che è molto facile lasciarsi prendere “la mano” e rischiare di acquistare materiale che poi, all’atto pratico, non si usa. Devo dire che è successo anche a me, ma per fortuna con una unica cosa, un filtro per il fondo della pentola di mash, perché alla fine ho scelto un filtro HALO.

Faccio una premessa. Io qui racconto le mie scelte e le mie motivazioni, senza alcuna velleità che queste siano le migliori, sono semplicemente le mie, frutto di una mia esperienza, così come altre sono certamente altrettanto valide, le mie hanno indubbiamente dei punti negativi e/o margini di miglioramento. Certamente, per chi si vuole cimentare con l’ALL GRAIN, la costruzione/scelta dell’impianto è un passo fondamentale.

IL FORNITORE

Dopo qualche ricerca e confronto di prezzi e di materiali ho scelto un fornitore dove “l’acciaio è di casa”. POLISNELLI – Ho ovviamente valutato anche i kit Easy già configurati, ma alla fine ho scelto di prendere io i pezzi separati, e configurarmi il layout sulla base delle mie esigenze logistiche. Vi confesso che in un primissimo tempo avevo pensato, ingenuamente e in modo piuttosto azzardato, di riuscire a birrificare nella cucina di casa – Impossibile con una pentola da 50Lt !! Dopo aver acquistato la prima pentola da 50Lt ho provato a fare un mash sui fornelli della cucina: ci mancava poco che fondesse tutto il piano cottura !! A quel punto non restava altro che trovare una sistemazione diversa. Ho attrezzato il garage, “scippandone” metà ai miei fini, con beneplacito di mia moglie. La parte logistica dell’ambiente ve la rimando in un post specifico, confermandovi che è molto importante trovare i giusti spazi, ma soprattutto la giusta organizzazione per evitare fatiche inutili !!

IL DIMENSIONAMENTO (volumi di birra prodotti) – una scelta importante

Qui la prima scelta importante. Ma quanta birra vuoi fare ?? In giro, nei vari KIT ALL-GRAIN in vendita negli store, nelle ricette che si leggono in giro, nei post etc.. avevo capito che mediamente vengono fatte cotte da 19-23LT. Il mio pensiero è stato di prendere un impianto leggermente sovradimensionato in modo da fare “comodamente” batch da 23LT ed eventualmente qualche batch maggiore. Vero ! Ma non avevo idea delle conseguenze di questa scelta.

1. Mi sono accorto, dopo il primo anno di birrificazione, che i LT persi nell’impianto sono sempre quelli, quindi chiaramente, meno birra fai più ha una incidenza percentuale negativa sull’efficienza – però una considerazione va fatta: i litri persi dipendono da quanto ne rimane nella pentola di MASH dopo il FILTERING, e questi a loro volta dipendono dalla dimensione della pentola di MASH; quindi se la pentola da 35LT e la pentola di 50LT hanno lo stesso diametro direi che poco cambia su quel fronte; viceversa poi esistono i litri persi nell’impianto (tubi) di travaso dei liquidi che dipendono dalla dimensione (diametro) dei tubi utilizzati – io ho scelto tubi da 20mm di diametro, anche se è stata una scelta quasi obbligata visto che le valvole (rubinetti) applicate alle pentole sono da 3/4″ e quindi con i portagomma che richiedono il tubo da 20mm – a volte una scelta a monte condiziona conseguentemente le scelta successive – per contro l’aspetto positivo è che il trasferimento avviene ovviamente in modo molto più veloce, non che questo sia un bene sempre, perché ad esempio nella parte di raffreddamento (da BOIL al Fermentatore passando per lo scambiatore a piastre) meglio se il flusso è più lento consentendo in questo modo un maggior contatto (quindi scambio di calore) tra liquido caldo e acqua fredda, consentendo una maggiore efficienza di raffreddamento.
2. I tempi di birrificazione (MASH, SPARGING, FILTERING, BOIL, IMBOTTIGLIAMENTO) sono direttamente proporzionali ai Litri prodotti, quindi meno litri meno tempo, più litri più tempo – ci sarà chi dice: OVVIO !! per me inizialmente non era così ovvio, non ne avevo la minima idea, certamente non ci ho pensato tra le mille cose che mi giravano per la mente
3. La fatica che ci dovete mettere (sollevamento pentole, pulizia etc..) e la quantità di prodotti (sanificante, detergente etc..) che utilizzerete, sono chiaramente influenzate dalla dimensione dei recipienti e dal numero di recipienti che dovrete sanificare, pulire, riempire, spostare etc.. – vi porto come esempio i 2 fermentatori piani da 50LT, li ho voluti riempire per ottimizzare, ma poi spostarli dentro e fuori dal frigorifero o portarli ad una certa altezza se travasate o imbottigliate a caduta, diventa una operazione ardua, faticosa e potrebbe anche essere pericolosa se non ci si attrezza con qualcosa che li solleva e/o li sposta – cosa che nei miei pensieri iniziali di progetto avevo pensato di fare, ma che poi non ho mai fatto !! In generale io suddivido le cotte da 54LT in 2 fermentatori da 26-27Lt cadauno.
4. Più Litri prodotti equivalgono in generale a un numero di batch minore nell’anno, a meno che non riempiate la cantina di birra, di conseguenza meno possibilità di sperimentazione e di riprovare per migliorare le produzioni in termini di qualità – certamente la qualità si ottiene con step di miglioramento progressivi della stessa cotta. Ovviamente questo dipende da quanta birra consumate per voi, amici, parenti, conoscenti. Per quel che mi riguarda ho capito che, avendo una famiglia numerosa e molti amici e conoscenti a cui piace la birra, i miei volumi produttivi annuali non sono bassi (nella stagione 2022-23 ho prodotto batch per circa 800Lt che equivalgono a circa 700Lt in bottiglia)

Alla fine comunque il fatto di produrre meno litri, incidendo negativamente sulla efficienza, non è poi così capitale e nulla vieta, come mi è capitato, di fare batch anche più piccoli dei 54LT canonici, calcolando in partenza in modo consapevole una efficienza più bassa.

LA CONFIGURAZIONE DELL’IMPIANTO

Una scelta di base è stata quella di avere su tutte le pentole sonda e termometro per controllo temperatura e valvole a sfera (rubinetti) con possibilità di attaccare portagomma del 20 in acciaio con girello e sulla pentola di SPARGE prolunga di sparge

1. Pentola di SPARGE 50LT con coperchio, sonda e termometro per controllo temperatura, valvola da 3/4″
2. Pentola di MASH 50LT con agitatore, filtro HALO, sonda e termometro per controllo temperatura, valvola 3/4″
3. Pentola di BOIL 75LT (NB.: il diametro è lo stesso di quella da 50LT) con coperchio, sonda e termometro per controllo temperatura, valvola da 1″ con riduzione 1″ – 3/4″
4. Elettropompa per birra Novax 20 BEER LOW con valvola
5. Scambiatore di calore a 40 piastre saldobrasate
6. Birrometro per pentole da 50 e 75 Litri
7. Fly Sparge per pentola da 50 e 75 Litri
8. Filtro per trebbie Halo ⌀452 per pentola da 50 e 75 Litri

LA STRUTTURA DI SUPPORTO

Ho deciso di costruirmi autonomamente la struttura di supporto, posizionando classicamente i 3 tini a 3 altezze diverse. La struttura lo costruita utilizzando piantoni e ripiani per scaffalatura, con in testa fornelli per gas comprati in un bricocenter. In un primo tempo, come mostrato qui sotto, le strutture sono state costruite senza ruote, che viceversa ho applicato in un secondo tempo modificando anche leggermente le altezze, aumentando quella di SPARGE e diminuendo quella di BOIL per avere uno scarto superiore in altezza rispetto ai 3 livelli.

Come si intravede nell’immagine in alto, nella attuale configurazione, ho anche pensato di sfruttare i 2 spazi intermedi dei 2 livelli più alti per costruirci intorno pareti coibentate con polistirene, ed avere così 2 camere di fermentazione. Questa è una idea poi fermata (non ho ancora deciso se abbandonare o continuare) con l’avvento dei Frigoriferi (ora ne ho 3) con cui riesco a fermentare a temperatura controllata grazie a un cavo riscaldante e termostati INKBIRD ITC 3081 WIFI e, quando serve, utilizzarli per il COLD-CRASH piuttosto che per la LAGERIZZAZIONE.

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